Chianti classico – Castello di Cacchiano
CHIANTI CLASSICO 2004

Chianti classico – Castello di Cacchiano

Chianti calssico – Castello di Cacchiano nella storia

Colline ricche di storia, dove ogni metro di terra racconta di eventi e gesti antropizzanti che nel tempo hanno scolpito il territorio di Gaiole in Chianti. Proprio nel solco di questo territorio, al tramonto dell’epopea comunale, viene fondato il Castello di Cacchiano, come espressione di un ritorno al controllo territoriale da parte di una classe signorile (dirigente), figlia di un’epoca anteriore, in cui il castrum si contrapponeva dicotomicamente alla sede vescovile. 

Proprio l’area di Gaiole è interessata dall’attraversamento di una direttrice che testimonia in maniera netta un preciso progetto di incastellamento del Chianti, già a partire dal XIII secolo.  L’area di Cacchiano era comunque frequentata già in epoca etrusca. Sulle sponde del Massellone e nell’area della necropoli tardo imperiale di Cacchiano (databile tra il I e il III sec. d.C.). La famiglia Ricasoli, dunque, edifica il castello, che poi viene distrutto dagli Aragonesi nel 1478 e ricostruito nel 1530. I Ricasoli restano proprietari della struttura fino al XIX secolo. 

Una geologia ricca di specificità

La specifica complessità territoriale del chiantigiano è dovuta in particolar modo ad una storia geologica che testimonia una varietà litologica – affiorante e che condiziona anche l’assetto morfologico – declinata poi nelle varie soluzioni viticole e nelle specificità vinicole. Non a caso per l’areale sono molto importanti le sottozone, attraverso le quali è possibile costruire un mosaico vitivinicolo di indubbio interesse.  In particolare le zone collinari sono interessate dalla successione del “macigno” ovvero in agglomerato di arenarie molto duro.  La specifica zona di Gaiole è interessata da un’origine litologica arenacea a granulometria sabbiosa ricca di argille.  Specie l’approvvigionamento di sostanze azotate deve essere limitato, pena degli eccessi vegetativi non ottimali per la riuscita qualitativa. 

Un vero chianti classico

Come testimoniato da questa versione ottimamente evoluta del Chianti Classico Riserva, l’areale propone un vino con una carica cromatica intensa ma non addensata, risultando graziosamente trasparente alla luce. Il naso ha grande impatto e le note che lo compongono sono incisive. Si susseguono note non eccessivamente mature di frutta a bacca rosso – violacea (mirtilli e ribes) avvolti in un rigoroso olezzo di speziatura. Il fondo è definito da un sostrato terrigeno di porcini e tartufo, mentre sul finale comincia a fare capolino una delicata nota di smalto.  Al palato risulta intenso e stratificato con una tensione acida ancora in divenire.

Piatto in abbinamento: Coniglio in porchetta

Antonio Russo Wine Teller

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