Langhe: orizzontale 2010, tipicamente Wine Club
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Langhe: orizzontale 2010, tipicamente Wine Club

Langhe: orizzontale 2010, i tempi che cambiano

Langhe: “I tempi che cambiano”: quante volte questa espressione ha fatto da incipit alle nostre riflessioni di carattere socio – culturale…

Immaginiamo la destabilizzazione che deve aver provato un contadino di Alba Pompeia – dedito ai culti dionisiaci – intento a far crescere sana la sua vigna, all’indomani dell’editto costantiniano del 313, con il quale si introduceva nell’impero il concetto di tolleranza verso quella religione che presto avrebbe spazzato via tutto il Pantheon pagano. Ebbene, stabilite le dovute proporzioni, deve essersi sentito, più o meno, come il bevitore medio, all’indomani della messa in commercio dei vini di langa 2011: destabilizzato dal crescere esponenziale dei prezzi per bottiglia, rispetto all’era precedente alla famigerata annata 2010.

“L’annata del millennio” fu accolta come foriera di un numero inusuale di “next big thing” tra i vini italiani e, in particolar modo, per quelli nei dintorni di Alba … Pompeia… Langhe.

Fu vera o vana gloria?

Probabilmente né l’una, né l’altra; ma andiamo con ordine.

L’annata fu inaugurata da un inverno particolarmente rigido, prolungato fino al mese di marzo inoltrato. Questa condizione rappresentò un elemento di discontinuità rispetto alle precedenti annate e, ancora più marcatamente, rispetto alla maggior parte delle annate del decennio successivo.

Un clima fresco

Laddove spesso – negli ultimi anni – le annate sono state caratterizzate con basse, se non scarse riserve idriche; l’inverno 2010 ha portato con sé abbondanti nevicate, andate a colmare i substrati del suolo, con un quoziente idrico potenzialmente caratterizzante per l’intera annata.

I primi mesi estivi hanno offerto un surplus idrico, determinato da un regime di piogge al di sopra della media delle annate 2007 – 2016.

Il ritardo nelle maturazioni è completato da temperature più basse della media del periodo. Il fenomeno fu ancora più accentuato, per le varietà tardive, come il Nebbiolo. Un settembre più soleggiato ha favorito l’innesco dei cicli di maturazione con un accumulo di zuccheri che, crescendo, si è bilanciato perfettamente con il quoziente acido delle uve.

Il quadro sopra descritto ha dato vita ad un’annata molto “classica”, contrapposta a molte di quelle dell’ultimo decennio, caratterizzate dal “global warming”.

Eleganza……ma…..

L’annata 2010 verrà ricordata come estremamente elegante, ed al netto di una visione (la nostra) comunque parziale, ha avuto il merito di proporsi con vini – soprattutto quelli di punta dell’areale – al loro massimo splendore e chiaramente leggibili nel medio periodo. Eleganza e finezza, alla base di vini non urlati, con delle silhouette pregevoli ed armoniose. A 10 anni di distanza però, soffrono tutti di una caratterizzante scodata alcolica, sintomo che le strutture di partenza non erano così granitiche e che l’eleganza ha pagato pegno in termini di muscolarità e tenuta.

I campioni bevuti, salvo in un paio di casi sfortunati, conservano ancora una discreta tensione acida e gustativa e, solo in chiusura di bocca, sono penalizzati da un’eccessiva sensazione termica, che ne disturba l’originaria ed idiomatica eleganza.

Langhe: l’editto dell’annata 2010

I tempi cambiano, e le langhe pure (?). Una valutazione comprensibilmente entusiastica, stando alle istantanee di quel momento storico, ha donato alle denominazioni langarole, una forza commerciale senza precedenti, influendo “positivamente” sul prezzo delle singole bottiglie, ed in maniera trasversale. Come recentemente per la Borgogna, quell’annata ha definitivamente targettizzato i vini di Langa, verso un consumatore con grandi disponibilità economiche.  Col senno di poi, nessuna delle annate successive avrebbe fatto gridare al miracolo, nel medesimo modo, pur offrendo risultati parziali anche più meritevoli. In conclusione, un‘annata di estrema eleganza, trasversalmente fortunata, la quale però ha mostrato i segni del tempo eccessivamente presto, rispetto alle aspettative, che la immaginavano eterna.

L’ORIZZONTALE

  1. Giuseppe Cortese – Barbaresco Rabajà 7/10
  2. Giovanni Manzone – Barolo Gramolere 7/10
  3. Roagna – Barbaresco Montefico “Vecchie Viti” 6/10
  4. Rizzi – Barbaresco Riserva Boito 6/10
  5. Giacomo Fenocchio – Barolo Villero 6/10
  6. Alessandro e Gian Natale Fantino – Cascina Dardi Barolo Bussia 7/10
  7. Poderi Colla – Dardi Le Rose Barolo Bussia 9/10
  8. Marcarini – Barolo Brunate 7/10
  9. Comm. G.B. Burlotto – Barolo Acclivi 8/10
  10. Fratelli Alessandria – Barolo Monvigliero 7/10
  11. Guido Porro – Barolo Lazzarisco 6/10
  12. Brezza – Barolo Sarmassa 9/10

Antonio Russo Wine Teller

 

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