Cosa mangiano i monarchi? La cucina dei reali è un argomento che spesso non attira l’attenzione delle persone, ed in generale i quotidiani di enogastronomia non dedicano molto spazio a questo argomento. Però ho scoperto che nella sezione curiosità di Qui Quotidiano invece potete trovare tante curiosità in merito. In generale i monarchi sono costretti a seguire dei regimi alimentari molto ferrei ma come vedremo più avanti c’è spazio anche per qualche “peccato di gola”
Cosa mangiano i monarchi? Tra obblighi e scelte etiche
La scelta dei cibi per i monarchi ha ragioni e motivazioni diverse. Variano da i gusti personali a severi protocolli legati alla tutale della salute utile per evitare eventuali intossicazioni alimentari. Insomma i monarchi non possono proprio scegliere cosa mangiare. Infatti ad esempio molti per il famoso protocollo sulla sicurezza, evitano tassativamente cibi crudi: tartare, carpacci e cruditè sono bandite in quanto ad alto rischio contaminazione. Per lo stesso motivo non troverete mai frutti di mare crudi perché appunto il rischio di contrarre una intossicazione alimentare è davvero alta.
In passato però alcuni monarchi hanno invece mostrato piacere nel mangiare ostriche o addirittura il sushi. Tra i cibi invece più odiati c’è sicuramente l’aglio che nonostante i suoi dimostrati benefici viene poco apprezzato per le sue controindicazioni di essere particolarmente persistente nell’alito. Per la stessa motivazione molti odiavano la cipolla. Addirittura alcuni monarchi non apprezzavano la pasta, preferendo il riso.
Alcune scelte invece sono addirittura di carattere etico: infatti alcuni monarchi hanno bandito dalle loro tavole il “fois gras”, noto per essere un frutto della violazione del benessere delle oche. Alcuni monarchi, sensibili al tema della salute ne vietano il consumo (come ad esempio succede in Italia, dove è vietata la produzione). Insomma, i monarchi hanno esigenze alimentari molto complesse che vanno al di là del gusto personale. La loro posizione sociale li “obbliga” ad essere molto attenti anche alla proprio sicurezza personale e perché no, ad avere una sensibilità etica.