Fase 2 flop: bar e ristoranti perdono il 70%
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Fase 2 flop: bar e ristoranti perdono il 70%

“Con la fase 2 finalmente si riparte, ma purtroppo come ampiamente si poteva immaginare, la ripartenza sarà lenta, sia un pò per la paura delle persone a tornare in locali chiusi, sia per la recessione economica che il covid-19 ha causato. A tutto ciò aggiungiamo i costi che graveranno sulle imprese ristorative per garantire distanziamento sociale e igiene degli ambienti. Il sito Huffpost.it , autorevole giornale statunitense, fa un focus sulla seconda fase per il settore ristorativo.”

Fulvio Papagallo

Fase 2 coronavirus: i dati di Fipe

Le imprese hanno registrato un calo del fatturato del 70% rispetto all’epoca pre-virus. I dati di Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, ci danno uno spaccato terribile della portata distruttiva e delle prime macerie che l’emergenza Covid ha causato nella nostra economia, soprattutto quella più micro, che riguarda tante piccole attività di ristorazione. E se tutto sommato i dati negativi della prima settimana si potevano anche mettere nel conto, quello che più preoccupa è che i proprietari non vedono ancora una luce in fondo al tunnel, si aspettano che anche per i prossimi giorni ci saranno sale e banconi mezzi vuoti. Anzi, la vera ripartenza è prevista solo per l’autunno. Non ci sono i turisti nei centri storici delle grandi città, certo. Tanti lavoratori pendolari sono ancora in smart working, e questo è un altro dato di fatto. Ma c’è anche dell’altro. Quasi come se gli italiani avessero modificato, almeno per ora, il loro rapporto con l’aspetto conviviale e di svago relativo all’andare a pranzo o cena fuori. Il Covid fa ancora paura, per mangiare fuori ci sarà tempo. Ma intanto gli esercenti come faranno a sopravvivere, quando a fronte di minori incassi i costi salgono inesorabilmente?

“I dati della FIPE ci fotografano una situazione attuale davvero drammatica del settore ristorativo, ma purtroppo le previsioni non sembrano confortanti. Anche perché il settore turismo è fermo, ed il nostro paese vive di turismo che dà ossigeno al settore ristorativo”.

Fulvio Papagallo

Fipe: i risultati del sondaggio

La Fipe ha sottoposto un questionario ai suoi iscritti in cui invita a tratteggiare un bilancio di primi giorni di riapertura. Bar e ristoranti si sono ritrovati di colpo con il 70% dei clienti in meno. Addirittura per 3 esercenti su 4 i primi giorni di ripartenza sono assolutamente da bocciare. Il dato però ancora più negativo è il cosiddetto sentiment: ben 7 intervistati su 10 prevede che non ci saranno miglioramenti nei prossimi giorni. Sempre secondo l’indagine Fipe, il motivo del calo di clienti è ravvisabile proprio nel distanziamento: l80% dei ristoratori ne è convinto. Si tratta però di una condizione che ci accompagnerà almeno fino a quando non ci sarà la fase 3 ovvero il ritorno alle vecchie abitudini a emergenza passata. Il problema è che questo orizzonte ora è quasi impossibile da scrutare.

Solamente il 16% degli italiani ora prevede di andare in vacanza, quando negli anni precedenti la percentuale di solito era superiore al 60%. Un miglioramento è prevedibile a settembre, più in generale in autunno. A patto però che non arrivi una seconda ondata di Covid. ecco, quello è il vero pericolo: sarebbe il colpo finale per il settore. Preoccupazione comprensibile, se si pensa che già adesso le imprese a rischio chiusura sono più o meno 50mila secondo le stime di Fipe. Un secondo lockdown sarebbe esiziale.

“Potrebbe essere un’idea ad esempio trascorrere le vacanze nel nostro paese, in modo da sostenere l’economia del nostro paese ed aiutare a far crescere il PIL. A tal proposito una misura importante messa in campo del governo è il bonus vacanze di 500 euro, che può essere un modo per incentivare le famiglie ad andare in vacanza.”

Fulvio Papagallo

Fipe: le note positive

Uniche due note positive dell’indagine Fipe sono la percentuale delle riaperture e il comportamento dei clienti. La maggior parte degli imprenditori ha deciso di riaprire già a partire dal 18 maggio (circa il 48%) mentre circa il 35% lo ha fatto solo qualche giorno dopo. Una minima parte, il 10,8% riaprirà il primo giugno, mentre ancora meno, il 5,6%, ha rinunciato del tutto a riaprire. Quindi le serrande sono andate sù nella stragrande maggioranza dei casi.

Poi c’è il comportamento virtuoso dei clienti che non hanno fatto particolare fatica a rispettare le regole anti Covid-19 nella fase 2. Secondo i dati l’aspetto a cui i clienti fanno più attenzione è l’igiene delle mani nell’88% dei casi. Ottime percentuali anche per quanto riguarda l’uso della mascherina (85%). Qualche difficoltà in più sulle regole di distanziamento sociale seguite in poco meno dell’80% dei casi.

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